1 settembre, no alla svendita di AnsaldoBreda
Da quando, con l’annuncio dell’a.d. Orsi, Finmeccanica ha esplicitato la strategia di smobilitazione che nei fatti stava portando avanti da tempo, le Istituzioni regionali e locali e le forze sociali hanno fatto fronte comune contro la svendita di AnsaldoBreda e la sostanziale liquidazione di un’eccellenza toscana in un settore che ha enormi potenzialità di sviluppo a livello economico internazionale.
Dopo un mese invece tutto tace da Roma, dal Governo nazionale, che in questo caso ha due funzioni: in primo luogo dovrebbe occuparsi della politica industriale del Paese; in secondo luogo, in quanto azionista di riferimento di Finmeccanica, dovrebbe dire se è a favore della dismissione, o meglio svendita, del settore trasporti di una sua controllata.
Questo silenzio è ancor di più assordante visto che sarebbe una scelta miope per il Paese, considerate le potenzialità del settore a livello internazionale.
Lo stabilimento di Pistoia ha sempre dato un contributo fondamentale ad AnsaldoBreda, visto che è quello destinato alla prototipizzazione e quindi all’innovazione produttiva, non solo all’assemblaggio. Questo patrimonio di professionalità, che appartiene anche all’indotto, non va disperso e quindi l’azionista Governo deve dirci se condivide la linea della smobilitazione strisciante di questi mesi e della svendita. Dopo le tante dichiarazioni di autorevoli ministri che negli anni ci hanno sempre rassicurato salvo poi essere smentiti dai fatti di questi mesi, adesso le parole non bastano, servono gesti concreti e immediati. I lavoratori dello stabilimento AnsaldoBreda e dell’indotto, le imprese e i cittadini pistoiesi meritano chiarezza e rispetto.