ECCIDI DELL’ESTATE 1944: NON VANNO IN PRESCRIZIONE NE’ PER LA GIUSTIZIA NE’ PER LA NOSTRA STORIA. DOBBIAMO E VOGLIAMO FARE MEMORIA.
L’estate 1944 fu quella che separò la nostra provincia dalla Liberazione, che avvenne nel successivo settembre. Le truppe nazifasciste, prima di essere sconfitte e di lasciare il nostro territorio, compirono vari eccidi sulla popolazione inerme. Il più efferato, lo ricordiamo proprio oggi, fu quello del Padule di Fucecchio, dove furono trucidate 174 persone.
Anche altri eccidi insanguinarono il nostro territorio in quella estate. Decine e decini di cittadini inermi furono barbaramente uccisi dalle truppe nazifasciste che, prima di ritirarsi, compivano crimini sempre più efferati.
I nostri enti locali si sono impegnati affinché coloro che ordinarono e compirono quegli efferati crimini abbiano la pena che spetta loro dalla giustizia penale. La pagina del c.d. “armadio della vergogna”, scoperto nei primi anni 90 ed in cui vi erano gli incartamenti relativi a molte stragi nazifasciste, puo’ essere alleviata solo dalla celebrazione dei processi, anche perchè questi crimini cosi efferati non vanno in prescrizione. Mai. Non devono essere prescritti nè in sede penale né nelle nostre coscienze e nella nostra storia. Dobbiamo e vogliamo fare memoria di questi eventi. Lo dobbiamo agli innocenti che furono barbaramente trucidati e a tutti gli italiani che, nella Resistenza, si ribellarono al nazifascismo e con il loro coraggio conquistarono la libertá e la democrazia che sono valori preziosi per l’oggi e per il domani ed cui anche il nostro territorio provinciale, come dimostrano gli eccidi che stiamo commemorando in queste settimane, dette un tributo molto alto in termini di vite umane.