Pescia da record per l’addizionale Irpef. E intanto si assumono dirigenti…
Nello scorso consiglio comunale la “maggioranza” che sostiene il Sindaco Marchi ha votato una vera e propria stangata, realizzando lo scenario più pesante per i cittadini in termini di addizionale Irpef: 0.8 per mille per tutti i pesciatini, abolendo anche l’aliquota “agevolata” dello 0.5 per mille per i redditi tra 11.000 e 15.000 euro.
Mentre molti Comuni limitrofi, secondo un principio di equità “paghi di più chi ha di più”, a seguito dell’introduzione dell’Imu hanno aumentato la fascia di totale esenzione (portandola in vari casi fino a 15.000 euro di reddito) e/o graduato le aliquote in base al reddito, a Pescia si applica a tutti, senza alcuna distinzione tra redditi più elevati e più bassi, il massimo di addizionale Irpef previsto dalla legge.
Cosi, ad esempio, chi ha un reddito di 15.000 euro, che finora già pagava 75 euro di addizionale Irpef, con la nuova manovra balza a 120 euro.
Ma quali sono le scelte del Comune rispetto all’utilizzo delle proprie risorse?
Da una parte, infatti, si colpiscono senza alcuna equità i redditi di tutti i cittadini, anche quelli che già scontano maggiormente gli effetti della crisi economica, dall’altra, come hanno ricordato le Rsu del Comune, si sceglie però di assumere a tempo indeterminato un nuovo dirigente (costo circa 100.000 euro per il Comune) che va ad aggiungersi ad altri tre, con un costo complessivo facile da calcolare, mentre tutti i Comuni tendono a diminuire il numero dei dirigenti, non certo ad aumentarli.
Sarebbe meglio razionalizzare la struttura del Comune e non irrigidirla con ulteriori costi per il personale dirigente. Le sempre minori risorse che hanno i Comuni andrebbero destinate prioritariamente per i servizi ai cittadini.
Del resto, con queste aliquote, penseremmo che le risorse a tal fine non dovrebbero mancare; invece, nonostante i pesciatini paghino molto in termini di tributi comunali, abbiamo appreso che i servizi sociali ai cittadini di questo Comune sono garantiti dai Comuni della Valdinievole perché Pescia è in debito verso la Società della Salute per ben 1 milione di euro.
Insomma tasse al massimo con zero equità, risorse stanziate per aumentare i costi del personale dirigente e non prioritariamente sui servizi ai propri cittadini che, per quanto riguarda quelli sociali, Pescia non riesce da sola a garantire.
L’opera di risanamento dei conti del Comune è credibile se le scelte sono fatte con equità e le risorse vengono utilizzate per garantire o aumentare i servizi. L’esatto opposto di quanto succede a Pescia con la Giunta Marchi.