(Il)libertà di informazione
Mercoledì 21 novembre 2007- Diciamo la verità, che dal 2001 al 2006 Silvio Berlusconi controllasse di fatto 6 televisioni nazionali, tre di proprietà e tre dello stato, non è certo una novità, anche se ciò è avvenuto nella quasi indifferenza generale.
Beh, che si arrivasse fino a questo punto però non me lo immaginavo, così sfacciatamente collegati…
Ecco cosa si dice in Rai dopo la morte di Giovanni Paolo II il 2 aprile 2005: “Le due si lamentano di una persona alla quale non riescono a spiegare che bisogna dare un senso di normalità alla gente al di là della morte del papa per evitare forte astensionismo alle elezioni. Il telefono della chiamante è intestato alla Rai”
Altro che concorrenza, Mediaset e Rai (grazie alla presenza di uomini mediaset in rai) si accordavano su tutta la programmazione!
E che dire di come volevano “ovattare” la sconfitta delle regionali nel 2005?!
Il problema del duopolio, se non monopolio, nell’informazione televisiva è uno dei grandi temi del nostro Paese.
La democrazia funziona, non formalmente ma effettivamente, in presenza di una stampa effettivamente libera, con una pluralità di voci e di mezzi di informazione.
Mi ha fatto riflettere una frase: «Fra trent’anni l’Italia non sara’ come l’avranno fatta i governi, ma come l’avra’ fatta la Tv.» (Ennio Flaiano)
Questo si diceva negli anni 60, oggi si può dire che aveva proprio ragione!
Chiedere un vero pluralismo nei mezzi televisivi non è richiesta di parte: la modernizzazione dell’Italia passa anche da qui, non dimentichiamolo.
Marco